Tante volte ci è capitato di sentire il termine “quadricromia” soprattutto se lavoriamo in uno studio grafico o in una tipografia. Gli addetti ai lavori sanno che la stampa in quadricromia è una delle tecniche più utilizzate che servono per stampare un’immagine a colori. Si tratta quindi di una procedura di cui si servono le più comuni macchine per la stampa offset e digitale, per questo motivo gli addetti ai lavori ma anche chi lavora a stretto contatto con essi sa bene di cosa si sta parlando.
Per capire bene come funziona questa procedura dobbiamo un attimo concentrarci sull’etimologia della parola “quadricromia”; nel termine è racchiuso il significato di “quattro colori“, infatti è un sistema che sfrutta quattro colori di base per poter riprodurre su carta un numero davvero altissimo di cromatiche derivanti da essi. I quattro colori base sono il ciano, il magenta, il giallo e il nero, per utilizzare una sigla inglese CMYK.
Spesso sentirete parlare di “ciano magenta”, ebbene questo è il termine abbreviato per descrivere la stampa in quadricromia.
Stampa offset i quadricromia, la tecnica
Come possiamo immaginare la grade sfida di ogni stampante e di ogni tipografo è quella di stampare un’immagine su carta che sia il più fedele possibile a quella riprodotta sullo schermo. Per questo le tecniche che si sono susseguite nella storia della tecnologia di stampa hanno visto progressivamente un miglioramento della resa di stampa.
La tecnica di stampa in quadricromia sfrutta a pieno i meccanismi di precisione della macchina che effettua la stampa. La tecnica CMYK si basa infatti su una sintesi dei colori sopra indicati che su carta vengono riprodotti come tanti puntini piccolissimi messi l’uno accanto all’altro. L’effetto che questi creano è volto a produrre la resa del colore che vogliamo.
Ovviamente è il nostro cervello il grande protagonista dell’esperienza del colore. Infatti è esso che riesce a sintetizzare questo insieme di colori per generare la sfumatura che viene riprodotta. I colori utilizzati per la stampa in quadricromia sono colori standard la cui combinazione produce gli effetti desiderati, esistono stampanti molto sofisticate che invece di utilizzare i quattro colori standard ossia ciano, magenta, giallo e nero ne utilizzano due in più, questo per ottenere colori più vividi sulla carta e per realizzare maggiori sfumature che con la semplice quadricromia non sarebbero realizzabili.
Il sistema CYMK è probabilmente il più consigliato per la realizzazione di elementi stampati, proprio perché il profilo di quadricromia si presta particolarmente alla resa tangibile del documento su carta. Nel prossimo paragrafo cercheremo di spiegare la differenza tra il profilo CYMK e il profilo RGB, spiegando sempre nel modo più semplice possibile cosa si intende per quest’ultimo.
Eh già il mondo della stampa non è mai troppo semplice da spiegare perché inevitabilmente ci si addentra in questioni tecniche e tecnologiche che sembrano pensate per i soli addetti ai lavori. Ma fortunatamente l’arte della stampa è anche un processo molto pratico, quindi una volta conosciute le nozioni di base ci si può muovere in modo più sciolto tra i meandri di questo mondo davvero affascinante. Giocare con i colori è sia una sfida che un’esperienza creativa di grande valore.
CYMK e RGB: due modelli a confronto
Come abbiamo detto nel paragrafo precedente, la stampa in CYMK può permettere una resa dei colori vivida e ben articolata. Questa tecnica si basa su un’amalgama delle tonalità per un processo “sottrattivo” e si basa sulla riproduzione su carta di piccoli puntini che uniti l’uno all’altro contribuiscono a creare le sfumature e i colori desiderati. Spesso però capita di sentire, soprattutto negli studi grafici e nelle tipografie, il termine “RGB”, cosa significa quindi modello RGB?
Il modello RGB è il sistema in cui vengono visualizzati i colori di un’immagine sullo schermo del PC. Il termine sta per “red”, “green”, “blue” proprio perché questi sono i colori di base che vengono utilizzati per realizzare, su schermo, le tonalità di cui si costituisce un progetto grafico. Come si può notare, questa tecnica utilizza tre colori, e lavora con un processo di “miscelazione” del colore inverso rispetto alla tecnica quadricromica. Infatti se il profilo di quadricromia si basa su una sintesi di colore per processo sottrattivo, la tecnica RGB si basa su una sintesi “additiva”. Per dirla in parole veramente semplici, i tre colori vengono “sommati” per ottenere delle particolari gradazioni; sommandoli tutti, uno sull’altro si otterrà il colore (o non colore) bianco. Se dobbiamo semplicemente visualizzare un’immagine su video, potremmo essere più che soddisfatti della visualizzazione in RGB.
Questa tecnica ci permette infatti di visualizzare una scala di colori molto ampia proprio per il semplice fatto che la riproduzione del colore a video è un processo che permette di realizzare delle sfumature molto più vivide. La resa di tali colori sulla carta è sempre un processo molto più limitante, proprio per le limitazioni tecniche proprie alla riproduzione su foglio.
Usare un profilo RGB oppure CMYN?
Quindi per concludere, potremmo dire che se dovessimo semplicemente visualizzare un’immagine sul nostro pc il profilo RGB è quello che fa per noi; mentre invece se questa immagine deve essere stampata è meglio convertirla in CYMK, ossia nel sistema che ci permette di riprodurre su carta un’ampia gamma di sfumature. Al contrario, se osserviamo un file in CYMK su video, noteremmo delle limitazioni, proprio perché questo formato non si addice particolarmente al video ma è chiaramente pensato per la stampa su carta. Abbiamo cercato di semplificare un concetto spesso difficile da spiegare e pieno di “sfumature” (appunto!).
Gli addetti ai lavori potrebbero entrare in animati dibattiti riguardanti le tecniche di stampa e i formati dei files da stampare.
Noi ci siamo limitati a fornire delle informazioni di base che possono sicuramente essere approfondite facendo una bella chiacchierata con i grafici o i tipografi di nostra fiducia. Il mondo del colore e della stampa presenta sempre nuove sfide ma grazie ai passi da gigante che la tecnologia compie di anno in anno (o forse anche di mese in mese) possiamo avvicinarci sempre di più a quel sogno quasi utopico di realizzare su carta un’immagine vivida, reale e piena di emozione come quella che vediamo sullo schermo!